di Massimo Ostoni – Consulente del lavoro
I datori di lavoro che assumono, a tempo pieno e indeterminato, beneficiari del Reddito di Cittadinanza, hanno diritto all’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali (compresi quelli a carico del lavoratore, ma esclusi i premi INAIL) nel limite dell’importo mensile spettante al lavoratore all’atto dell’assunzione, con un tetto massimo mensile di € 780,00.
L’incentivo ha una durata pari alla differenza tra 18 e le mensilità di Reddito di Cittadinanza già percepite fino all’assunzione, con un minimo di 5 mesi.
Ad esempio:
- reddito di cittadinanza mensile: € 500,00
- contributi medi mensili dovuti: € 600,00
- mesi di reddito di cittadinanza già percepiti: 15
- importo dell’incentivo mensile medio: € 500,00
- durata dell’incentivo: mesi 5 (18-15=13, con minimo di 5)
Sull’argomento è recentemente intervenuto l’INPS con la circolare n.104/2019, chiarendo che le agevolazioni si applicano a tutti i datori di lavoro privati che comunicano alla piattaforma digitale dedicata al Reddito di cittadinanza le disponibilità dei posti vacanti e a condizione che, con l’assunzione, realizzino un incremento occupazionale del numero di dipendenti. Il datore di lavoro, contestualmente all’assunzione del lavoratore, deve inoltre stipulare (ove necessario) presso il Centro per l’Impiego un patto di formazione, con il quale garantisce al lavoratore un percorso formativo, o di riqualificazione professionale.
Se il datore procederà al licenziamento del lavoratore nei 36 mesi successivi all’assunzione (anche in periodo di prova e anche in caso di dimissioni per giusta causa), sarà tenuto alla restituzione dell’incentivo fruito maggiorato delle sanzioni civili, salvo che il licenziamento sia stato comminato per giusta causa o per giustificato motivo.
Per evitare che l’agevolazione si trasformi in un costo inatteso é quindi necessaria un’attenta valutazione preventiva, che tenga conto delle condizioni dell’azienda con una proiezione economica di medio termine.